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2009-01-29
Parmalat: sentenza Usa amplia responsabilità (WSJ)
di Elysa Fazzino
29 gennaio 2009
La sentenza di un giudice Usa potrebbe "ampliare la responsabilità nel caso Parmalat": lo scrive il Wall Street Journal, secondo il quale questo nuovo sviluppo "potrebbe preoccupare le grandi società di revisione con uffici in molti Paesi".
Il giudice americano Lewis Kaplan, del distretto di New York – riferisce il quotidiano newyorchese - doveva decidere se la Deloitte Touche Tohmatsu potesse essere ritenuta responsabile per la revisione contabile per Parmalat svolta dalla società italiana affiliata, la Deloitte & Touche SpA. "Il giudice Kaplan ha deciso che è possibile", rifiutando alla Deloitte Touche Tohmatsu la mozione per un "giudizio sommario" ("summary judgement), in base alla quale il caso avrebbe potuto essere chiuso, in tutto o in parte, prima del processo.
La Parmalat – ricorda il quotidiano Usa - fallì nel 2003 dopo la scoperta di una gigantesca frode in cui l'azienda sopravvalutò i suoi asset per 16 miliardi di dollari.
Il giudice ha quindi stabilito che la causa contro la società madre, intentata dagli azionisti Parmalat, può andare avanti. Il Wall Street Journal registra la soddisfazione degli investitori: "Questo è un fatto enorme", ha commentato Stuart Grant, rappresentante legale degli acquirenti di azioni Parmalat. "Il giudice Kaplan ha finalmente fatto sì che la legge rifletta la realtà". Le società di revisione operano a livello mondiale, "ora saranno ritenute responsabili allo stesso modo".
La Deloitte Touche Tohmatsu ha affermato in una nota di "non avere fornito servizi di nessun tipo a nessuna entità Parmalat" e di essere "fiduciosa di risultare vincitrice in qualsiasi processo su questo tema".
La questione se Deloitte Touche Tohmatsu possa essere ritenuta responsabile per Deloitte & Touche SpA – spiega il quotidiano Usa – dipende dal fatto che abbia o meno una relazione da "agente principale" nei confronti della filiale italiana. Il giudice Kaplan ha concluso che la Deloitte Touche Tohmatsu "esercitava un controllo sostanziale sulle modalità con le quali le società affiliate conducevano le loro attività professionali".
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